2 Ottobre 2022 – Quale fede?

Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili ” (Luca 17,10)

 

Anche noi siamo invitati a fare come gli apostoli, a dire a Gesù: “Aumenta la nostra fede!”
Ma cosa significa esattamente “avere fede”? Per qualcuno la fede si esercita nel credere ad alcune verità: che Dio esiste, che è il creatore del mondo, che Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo…Quando recitiamo il Credo, dopo il verbo “credere”, infatti, troviamo una preposizione “in”: “credere in” significa non solo ritenere che una persona esiste, ma avere fiducia in lei, abbandonarsi a lei, come farebbe un bambino con la madre.
“Credere in Gesù Cristo”, dunque, vuol dire affidargli la propria vita, essere disposti a mettere in pratica la sua Parola anche quando costa, prendere sul serio le sue promesse e i suoi doni.
Da questo punto di vista appare del tutto bizzarro chi afferma “avere molta fede”, ma di “essere poco praticante”, esattamente come chi dicesse che vuole tanto bene a una persona, ma non è disposto a fare nulla per lei.
Di ben altra cosa parla oggi Gesù. Quello che lui chiama “fede” ha a che fare con l’amore, un amore autentico, forte, che cambia tutta la vita. Questa fede che è sempre unita all’amore, riesce a vincere l’odio e la cattiveria con la bontà, la mitezza, il perdono. E’ in grado di superare difficoltà insormontabili perché è dotata continuamente di pazienza e di dolcezza, di saggezza e di lungimiranza. Si fa continuamente dono, offerta di aiuto, fino al sacrificio più grande, quello della stessa vita. Ecco la fede che anche noi dobbiamo chiedere a Gesù.

 

OTTOBRE, IL MESE DEL SANTO ROSARIO

La tradizione latina del primo millennio non conosceva ancora il Rosario, la preghiera alla Madre di Dio, come la conosciamo oggi. La preghiera per eccellenza era il Salterio, i 150 salmi davidici. All’origine del Rosario, quindi, vi sono i 150 salmi di Davide che si recitavano nei monasteri.
Il salterio era però preghiera colta, destinata a chi sapesse leggere il latino, la Bibbia.
Col passare dei decenni il popolo perse la conoscenza del latino e nel tardo medio evo (850 d.C.), per ovviare alla difficoltà dei monaci conversi di imparare a memoria tutti i Salmi (spesso erano privi di
istruzione e a volte nemmeno sapevano leggere), un monaco irlandese suggerì di recitare al posto dei Salmi 150 Padre Nostro, da pregare mediante l’uso di una cordicella dove erano stati fatti 150 piccoli nodi. Inizia così l’uso del cosiddetto Salterio dei poveri, ritenuti tali quelli che non conoscendo il latino, non potevano pregare i salmi e questo modo di pregare, si diffuse in tutti i monasteri europei.
Nel XIII secolo i monaci cistercensi svilupparono una nuova forma di preghiera che chiamarono Rosario, perché la comparavano ad una corona di rose mistiche donate alla Vergine. Questa
devozione fu resa popolare da S. Domenico di Guzman, fondatore dell’Ordine dei Predicatori, che nel 1214 ricevette in una visione il primo rosario della Vergine Maria come strumento per l’aiuto dei
cristiani contro le eresie.
Ad opera dell’Ordine dei Certosini, verso il 1350, si arriva alla completezza dell’Ave Maria così come la conosciamo oggi. Sono loro che uniscono il saluto dell’Angelo con quello di Elisabetta, fino
all’inserimento di “adesso e nell’ora della nostra morte, amen”. Ma è a Papa Sisto IV (1479) che si deve la prima diffusione del culto mariano all’interno della Chiesa Cattolica. Quando molti pensavano che l’Immacolata Concezione fosse un’eresia, istituì la festa dell’Immacolata l’8 dicembre ed è sempre a lui che si deve l’ufficializzazione della recita del Rosario. Cominciò così l’uso che segnò l’inizio della preghiera del Rosario, che diventerà un vero salterio mariano fatto appunto di 150 Ave Maria.
Sicuramente il culmine del Rosario si ebbe il 7 ottobre 1571 con la battaglia di Lepanto contro la marineria turca. La vittoria fu attribuita alla recita del Rosario e il Papa Pio V istituì la festa di
Santa Maria della Vittoria a partire dal 7 ottobre 1572. Gregorio XIII mutò il titolo della celebrazione in Madonna del Rosario, a perenne ricordo della battaglia di Lepanto. L’evento di Lepanto e la conseguente istituzione della festa, sono la principale motivazione per cui il mese di ottobre fu consacrato alla preghiera del Santo Rosario fino ad oggi.
Questo uso si diffuse rapidamente con Leone XIII, che per tutto il mese di ottobre, ne rese obbligatoria la recita in tutte le chiese, indicando il Rosario quale via sicura per implorare da Dio, con la potente intercessione di Maria, serenità e pace per la Chiesa e per la società. Fu in questo periodo che la recita del Rosario, si estese anche in numerose famiglie come preghiera serale abituale.
In più apparizioni la Madonna stessa ha indicato il Rosario come la preghiera più necessaria per il bene dell’umanità.

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