17 Settembre 2023 – Oggi devo fermarmi a casa tua
La chiesa è chiusa per lavori di ristrutturazione.
Le SS. Messe e tutte le celebrazioni si svolgono presso l’Auditorium (Oratorio Parrocchiale – via Fratelli Cervi)
Orario SS. Messe:
Giorni feriali ore 18.30
Sabato e vigilia delle feste ore 19
Festivo ore 8.30, 10.30, 12, 18
Il sabato, dalle ore 10 alle ore 12, presso l’Auditorium,
Adorazione EucaristicaIn questo orario i preti sono a disposizione per celebrare il
Sacramento della Riconciliazione
Per celebrare il sacramento della Confessione è possibile anche contattare i preti:
Don Paolo 347 3002895 – Don Francesco 347 8804368
Dal 7 al 22 ottobre il nostro Vescovo Paolo farà la Visita Pastorale alle nostre parrocchie cittadine
Seconda parte della lettera del nostro Vescovo Paolo per l’indizione della Visita Pastorale
2. È il Signore!
La presenza di chiare finalità pastorali non deve trarre in inganno: la visita intende prima di tutto essere una profonda esperienza di Chiesa, cioè occasione di rinnovato incontro con Cristo nella comunità dei fratelli, radunata attorno al vescovo. Senza tale spessore spirituale essa si risolverebbe nel tentativo di una sorta di “riorganizzazione aziendale”, che ha poco a che fare con la natura e la missione del popolo di Dio.
È quindi necessario che tutti riconoscano e interpretino la visita pastorale come speciale espressione della vicinanza di Cristo pastore, che continua a rendersi presente nella Chiesa mediante gli apostoli e i loro successori: “Come il Padre ha mandato me, così anch’io mando voi” (Gv 20,21). Come
Gesù ha incontrato le folle e i singoli, così anche il vescovo desidera fermarsi nelle case, per accogliere e celebrare insieme il dono sorprendente della salvezza (cf. Lc 19, 1-10), incontrando la comunità cristiana che vive e prega, ma anche visitando i luoghi dove quotidianamente si lavora, si studia e ci si incontra. L’evangelizzazione esige infatti l’ascolto attento della realtà e la creazione di relazioni, perché il Vangelo possa venire proposto come risposta alle attese più profonde della vita degli uomini e delle donne del nostro tempo. “Chiunque voglia fare all’uomo d’oggi un discorso efficace su Dio, deve muovere dai problemi umani e tenerli sempre presenti nell’esporre il messaggio. È questa, del resto, l’esigenza
intrinseca per ogni discorso cristiano su Dio” (RdC 77).
3. Prepararsi nella preghiera
Raccomando di preparare e accompagnare questo itinerario del vescovo edella Diocesi con la preghiera personale e comunitaria, anche con l’aiuto della formula riportata a conclusione di questa lettera. Solo così il passaggio di Cristo Pastore, nella persona del vescovo, sarà occasione trasparente e feconda di grazia. Sarà utile, in questi anni, dedicarsi alla lettura continua delle due Lettere di San Paolo ai cristiani di Corinto, nelle quali ci è mostrata la vita di una comunità delle origini, con le sue fatiche e i suoi limiti, ma anche con l’entusiasmo e la convinzione di chi ha sperimentato la forza dello Spirito e si sente coinvolto nell’evangelizzazione di una grande città.
4. Il tema
Il tema della visita pastorale è tratto dal capitolo 19 del Vangelo di Luca: è la frase rivolta da Gesù a Zaccheo, il ricco pubblicano che, nel desiderio di vedere il Signore che passa, non esita ad arrampicarsi su un albero per ovviare alla sua bassa statura. L’auto-invito di Gesù, davvero sorprendente per diversi
motivi, riempie di gioia Zaccheo ed è per lui motivo per una sincera conversione.
Anche la visita pastorale è un auto-invito del vescovo: vorrebbe, allo stesso modo, suscitare non la preoccupazione di sentirsi giudicati o l’ansia di fare bella figura, ma la gioia di un incontro sorprendente che schiude inedite possibilità di rinnovamento personale e pastorale.
Una visita in quattro “fasi”
5.1. Fase dell’ascolto
La prima fase, detta “dell’ascolto”, ha lo scopo di elaborare un’immagine realistica della Comunità parrocchiale e del territorio in cui si trova a vivere e al quale è inviata; intende anche preparare il terreno a livello catechistico e spirituale. Costituisce la necessaria premessa di tutto ciò che si farà in seguito.
Si articola in due momenti.
Il momento preparatorio dovrà produrre una relazione che metta a fuoco i principali elementi di interesse (criticità e opportunità) per la vita e la missione della Chiesa, indicando alcune prospettive future. Al tempo stesso, in questo momento la comunità va preparata a ciò che accadrà in seguito, mediante una catechesi che riprenda l’ecclesiologia del Vaticano II e i documenti del Sinodo diocesano, e incontri di preghiera che dispongano i cuori alla partecipazione, al confronto e alla conversione, come
modalità di vivere ed edificare la Chiesa secondo il disegno di Dio.
5.2. Fase dell’incontro
La seconda fase, detta “dell’incontro” è quella intensiva/celebrativa: il vescovo trascorre alcune giornate nella Comunità parrocchiale, vivendo una serie di incontri e di celebrazioni.
Il vescovo dedicherà alla visita pastorale una media di quattro giornate per ciascuna comunità; in alcune realtà più complesse o più estese tale periodo potrà essere prolungato, avendo però cura di non duplicare gli appuntamenti e di privilegiare quelli maggiormente significativi in ordine alle finalità pastorali. La programmazione è affidata al Consiglio pastorale locale, in modo da adattarsi alle esigenze e alle particolarità del territorio. In ogni caso, non dovrebbero mancare i seguenti momenti.
Una celebrazione iniziale, con l’accoglienza del vescovo, una liturgia che coinvolga l’intera comunità e un semplice momento conviviale finale.
Incontri e celebrazioni che introducano il vescovo nella vita ordinaria della comunità, toccando se possibile tutte le Parrocchie e consentendo a giovani, famiglie, catechisti, volontari delle diverse associazioni… di dialogare con lui.
Uno spazio particolare può essere riservato agli infermi o i disabili, con qualche incontro personale con alcuni di loro. È anche necessario prevedere la possibilità, per chi lo desidera, di incontrare il vescovo personalmente, predisponendo un calendario di udienze in loco. È necessario infine prevedere altre modalità d’incontro con realtà del territorio, individuate in base alle caratteristiche della comunità. Un incontro di sintesi con il Consiglio pastorale ed eventualmente con i responsabili dei vari gruppi parrocchiali, nel quale condividere le difficoltà incontrate, ma anche le proposte nuove per dare un
volto più sinodale alla comunità. In questo incontro si possono individuare, per il progetto da elaborare, alcune idee che il vescovo potrà suggerire nella sua comunicazione finale. Una celebrazione finale dell’intera Comunità parrocchiale, nella quale rendere grazie a Dio per l’esperienza di Chiesa
vissuta insieme e ricevere una breve lettera del vescovo con alcuni stimoli per la fase successiva.
5.3. Fase del progetto
La terza fase, detta “del progetto”, è quella più innovativa: si tratta del tentativo di valorizzare la visita pastorale come occasione per un deciso passo in avanti delle comunità, che si traduce in un progetto da mettere in atto e nella scelta di alcune persone che si impegnano a mettersi al servizio di tale
processo. Si articola in momenti distinti.
Il momento di elaborazione è un tempo dedicato alla progettualità da parte del Consiglio pastorale: si riflette insieme sull’esperienza della visita e sulle indicazioni del vescovo, con lo scopo di elaborare un progetto pastorale di almeno di tre anni per la propria Comunità parrocchiale. Insieme alle cose che
si intende fare, è previsto che si indichino anche alcune persone disponibili per i ministeri ordinati o istituiti, o per altri incarichi.
Il momento di restituzione è un’assemblea nella quale viene proposto al vescovo il progetto pastorale. La data e il luogo vengono annunciati nella celebrazione finale della seconda fase, in modo che sia la più partecipata possibile. Il vescovo, ascoltato il contenuto del progetto, dialoga con i presenti, potendo suggerire alcuni aggiustamenti. Il testo finale viene stampato e consegnato alla comunità in una delle domeniche successive.
5.4. Fase dell’accompagnamento e della verifica
La quarta fase riguarda l’operatività del progetto triennale, nel quale vanno previste le modalità di accompagnamento della comunità per la sua attuazione, come la formazione degli operatori, la redazione di percorsi e cammini particolari, la gestione amministrativa… Questo processo coinvolge gli Uffici
pastorali diocesani nel sostenere tale lavoro sul territorio.
Trascorso almeno un intero anno pastorale, si svolge una prima verifica del cammino percorso, insieme ai convisitatori: il Consiglio pastorale presenta quanto realizzato e quanto ancora da realizzare, ricevendo suggerimenti e offerta di aiuto per gli aspetti da migliorare.
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