5 Novembre 2023 – Uno solo è il vostro maestro


La chiesa è chiusa per lavori di ristrutturazione.

Le SS. Messe e tutte le celebrazioni si svolgono presso l’Auditorium (Oratorio Parrocchiale – via Fratelli Cervi)

Orario SS. Messe:
Giorni feriali ore 18.30
Sabato e vigilia delle feste ore 19
Festivo ore 8.30, 10.30, 12, 17


Il sabato, dalle ore 10 alle ore 12, presso l’Auditorium,
Adorazione Eucaristica

In questo orario i preti sono a disposizione per celebrare il
Sacramento della Riconciliazione
Per celebrare il sacramento della Confessione è possibile anche contattare i preti:
Don Paolo 347 3002895 – Don Francesco  347 8804368

 


 

Non agite secondo le loro opere (Mt 23,3)

 

Tentazione antica, costantemente in agguato, quella che Gesù segnala nel brano evangelico odierno. Il profeta che si mette al posto di Dio, il ministro che si arroga le prerogative del suo signore. E’ così umano, alla fin fine, vedere il proprio ruolo riconosciuto, apprezzato, stimato…

E c’è purtroppo, anche qualcosa di peggio: sopravvalutare il proprio ruolo al punto da credersi esenti da quegli obblighi che vengono enunciati per tutti.
Ritenere che il proprio servizio dia diritto a qualche privilegio, a essere liberi da qualche norma, a essere svincolati da qualche restrizione.

Così anche l’uomo di chiesa è tentato di credersi esonerato da questa o da quella parte del Vangelo che pur ha annunciato e spiegato.

Gesù mette le cose al loro posto. Uno solo è il Maestro, uno solo è il Padre. Ogni titolo di questo genere è usurpato. E genera confusione, distrae da ciò che è essenziale. E l’essenziale è il fatto che tutti siamo fratelli, che tutti siamo discepoli. E che chi vuole essere il primo, il più grande, si mette a servizio.

Anche queste sarebbero solo belle parole se Gesù non avesse mostrato con i fatti cosa vuol dire essere a servizio: lui che si è offerto, lui che ha affrontato per amore anche l’odio, anche l’insulto e lo scherno, anche la sofferenza più atroce, fino alla croce.

Per questo quando parla Gesù possiamo stare ad ascoltarlo: le sue parole sono avvalorate dai fatti. I suoi gesti (il pane spezzato, la lavanda dei piedi) non sono riti esteriori, ma realtà incarnata nella vita di tutti i giorni.
Per questo anche se quello che ci dice oggi non è facile da mandar giù (ognuno di noi si porta dentro un po’ di orgoglio e la voglia di emergere), davanti al suo esempio siamo disposti a farci convincere. E a prendere la divisa che ha messo nelle nostre mani: un grembiule che fa da asciugatoio, una brocca e un catino.

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