26 Novembre 2023 – Alla fine della vita ciò che conta è avere amato


La chiesa è chiusa per lavori di ristrutturazione.

Le SS. Messe e tutte le celebrazioni si svolgono presso l’Auditorium (Oratorio Parrocchiale – via Fratelli Cervi)

Orario SS. Messe:
Giorni feriali ore 18.30
Sabato e vigilia delle feste ore 19
Festivo ore 8.30, 10.30, 12, 17


Il sabato, dalle ore 10 alle ore 12, presso l’Auditorium,
Adorazione Eucaristica

In questo orario i preti sono a disposizione per celebrare il
Sacramento della Riconciliazione
Per celebrare il sacramento della Confessione è possibile anche contattare i preti:
Don Paolo 347 3002895 – Don Francesco  347 8804368

 


 

Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare (Mt 25,35)

 

Alla fine della nostra vita, il criterio di valutazione della nostra esistenza sarà estremamente concreto: abbiamo sfamato quelli che erano senza cibo, abbiamo accolto chi era straniero o privo dell’essenziale, abbiamo visitato e soccorso chi era malato o in carcere?

In questo caso ci sentiremo chiamati “benedetti”. Se invece abbiamo ignorato le richieste di chi aveva bisogno di pane e di vestiti, di una casa e di un lavoro, di attenzione e di aiuto, allora verremo designati come “maledetti”.

In quel frangente non potremo avvalerci di bei discorsi o di professioni di fede perfette, a parlare saranno i fatti. E Gesù ci ricorderà che proprio a Lui che abbiamo donato o negato la compassione e tutto quello che essa comporta. Invano, allora, cercheremo delle scuse. Le nostre omissioni appariranno in tutta la loro gravità perché riveleranno il nostro egoismo, la nostra durezza di cuore e scopriremo che tante persone, che giudicavamo lontane da Dio, avevano invece accordato a Gesù quello che chiedeva, lo avevano accolto, sfamato, dissetato, vestito, anche senza saperlo.

In effetti la reazione degli uni e degli altri è improntata proprio alla meraviglia. Meraviglia di chi si è dimostrato generoso. E meraviglia di chi invece ha chiuso il cuore e la borsa.
Chi si aspettava, infatti, che Gesù avesse assunto i panni del povero, del sofferente, dell’abbandonato? E’ proprio questo, in fondo, che sconcerta…
Abituati a considerare Dio come potente e autosufficiente, facciamo fatica a riconoscerlo nei panni di chi manca del necessario e ha bisogno di essere aiutato.
Ma è proprio questa la strada che Gesù ha percorso. Egli si è fatto povero per condividere la nostra miseria e la nostra fragilità.
La strada da lui percorsa è proposta anche a noi.

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