24 Dicembre 2023 – Natale


La chiesa è chiusa per lavori di ristrutturazione.

Le SS. Messe e tutte le celebrazioni si svolgono presso l’Auditorium (Oratorio Parrocchiale – via Fratelli Cervi)

Orario SS. Messe:
Giorni feriali ore 18.30
Sabato e vigilia delle feste ore 19
Festivo ore 8.30, 10.30, 12, 17


Il sabato, dalle ore 10 alle ore 12, presso l’Auditorium,
Adorazione Eucaristica

In questo orario i preti sono a disposizione per celebrare il
Sacramento della Riconciliazione
Per celebrare il sacramento della Confessione è possibile anche contattare i preti:
Don Paolo 347 3002895 – Don Francesco  347 8804368

 

 

 


 

Un avvenimento paradossale

 

Sembra proprio che Luca lo faccia apposta. Il Vangelo parte dal cuore dell’impero di Roma, dove Ottaviano che è Cesare (la guida) e Augusto (il divino) esercita la sua autorità.
Nell’iscrizione del 9 d.C. ritrovata a Priene, in Asia Minore, si dice che il giorno della sua nascita, il 23 settembre, “è stato per il mondo l’inizio dei lieti annunci (letteralmente: vangeli) ricevuti grazie a lui”.
Il censimento “di tutta la terra” è, con ogni evidenza, un atto di autorità, una dimostrazione di potere: chi comanda conta i suoi sudditi e lo fa per una ragione concreta, determinare le tasse che potrà raccogliere da quanti si sono sottomessi.
Giuseppe, assieme alla moglie Maria, incinta e ormai prossima al parto, è uno dei tanti obbligati a obbedire al decreto e a dare il suo nome nel paese di origine. Per questo affronta i disagi del viaggio, resi ancor maggiori dal fatto che proprio lì, a Betlemme, Maria dà alla luce il suo primogenito, Gesù, molto probabilmente nella stalla attigua a una casa. Per questo la culla del neonato è una mangiatoia.
E’ possibile immaginare una distanza maggiore tra quella esistente tra i palazzi del potere e il luogo del parto? Eppure, sembra avvertirci l’evangelista Luca, non dobbiamo fermarci alle apparenze. Al momento in cui egli redige il suo Vangelo le cose appaiono già ben diversamente. La famiglia di Ottaviano, la gens Iulia, non è più alla guida dell’impero. E’ finita miseramente e molti dei suoi membri hanno conosciuto una morte tragica.
Stranamente, invece, sta crescendo il numero di coloro che Credono che proprio quel bambino sia il Salvatore, il Cristo, il Signore. E che il vero Vangelo, la Buona novella destinata a tutti sia proprio la sua nascita, avvenuta quel giorno a Betlemme.
A distanza di 2000 anni, l’imperatore è relegato nei libri di storia, mentre Gesù continua a essere considerato da molti colui che, solo, può strappare al potere del male e della morte, l’unico a cui si può affidare la propria vita, per realizzarla in pienezza, per l’eternità.
Natale è tutto qui: è questo paradosso che continua ad attirare l’attenzione delle persone, perché risponde alla loro attese più profonde, alle loro speranze.
Dio che ci visita e condivide la nostra fragilità umana.
Dio che ci viene incontro, ma nella povertà.
Dio che viene a donarci il suo amore: gratuito, disinteressato, senza secondi fini.
Venite avanti: nel suo cuore c’è posto per tutti!

Signore, Dio onnipotente, che ci avvolgi della nuova luce del tuo verbo fatto uomo, fa che risplenda nelle nostre opere il mistero della fede che rifulge nel nostro spirito.

Auguri a tutti di Buon Natale!
Don Paolo e Don Francesco

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