Ripensiamo l’Oratorio: il progetto LOL

L’oratorio ospita da qualche anno il Laboratorio Orchestrale Lucchese (LOL), un progetto nato dalla collaborazione della scuola “Tempo di musica” e di Caritas Diocesana.
Il progetto LOL propone ai ragazzi dai 6 ai 16 anni lezioni di musica a piccoli gruppi come occasioni di incontro, di crescita e di amicizia, promuovendo un’idea di orchestra quale comunità di ragazzi e bambini in cui ognuno ha un suo posto e la possibilità di esprimersi.
Negli ultimi due anni il legame con il nostro Oratorio è cresciuto e ha visto la partecipazione di alcuni educatori dell’oratorio al fianco degli insegnanti e dei volontari Caritas: questo ha permesso di pensare momenti di animazione e di conoscenza e di organizzare nel nostro Auditorium il Concerto di Natale 2019. Sebbene l’orchestra dei ragazzi sia in attesa da allora di potersi esibire a pieno organico, il progetto è proseguito anche durante l’ultimo difficile anno e la collaborazione interna all’oratorio si è allargata, coinvolgendo il servizio di Aiuto Scolastico. Anche grazie all’aiuto del Centro d’Ascolto di Sant’Anna, i ragazzi possono continuare a esercitarsi con entusiasmo fino al momento, speriamo  vicino, in cui la grande orchestra del LOL tornerà nuovamente ad esibirsi.

Ripensiamo l’oratorio

Ripensiamo l’Oratorio…

Il servizio di Aiuto Scolastico

Da tanti anni ormai viene svolta all’Oratorio un ‘ attività di aiuto scolastico per i ragazzi delle scuole (elementari, medie e superiori) Insegnanti di varie materie, per lo più in pensione, mettono a disposizione gratuitamente alcune ore settimanali per seguire nei compiti i vari alunni. Questa opera di volontariato, svolta da circa 20 persone, risulta col passare degli anni sempre più necessaria: sono tanti i ragazzi che si iscrivono (in media circa 50 ogni anno) e che hanno realmente bisogno trattandosi per lo più di extracomunitari di prima o seconda generazione, o di ragazzi privi di un vero appoggio familiare. Le materie più richieste sono: italiano, inglese, matematica, francese. Spesso per matematica e inglese non possono essere accontentati tutti i richiedenti perchè mancano gli insegnanti.
I volontari che ormai da anni si conoscono, portano avanti questa attività con tutte le difficoltà che spesso si presentano, ma con molta convinzione, perché ritengono di essere veramente di aiuto ai ragazzi.
Con l’ arrivo della pandemia, la situazione è divenuta difficile. Gli insegnanti quasi tutti non più giovani non potendo fare lezione in presenza sono rimasti a casa, ma, dopo un primo momento di incertezza, visto che i ragazzi erano più soli che mai, anno provato a fare lezione a distanza con i mezzi a disposizione: cellulari, computer, WhatsApp, Meet. Un modo di insegnare nuovo che ha spinto tutti ad adattarsi a tecniche nuove. Qualche maestra, ha continuato a fare lezione in presenza poiché coi bambini piccoli non si poteva far diversamente.
Va ricordato che in questo periodo particolarmente sono stati fondamentali gli interventi dei giovani del servizio civile. Sono loro che esperti di computer ci hanno suggerito e avviato ai nuovi metodi di lavoro. In quest’anno così difficile hanno iniziato a dare una mano anche circa 10 giovani e giovanissimi. Grazie alla creazione del gruppo insegnanti su WhatsApp ci siamo potuti collegare e informare frequentemente in sostituzione delle riunioni e dei vari incontri. Siamo riusciti a continuare l’attività coi ragazzi che sono sempre, per lo più precisi agli appuntamenti e questo è già molto importante.
Stiamo programmando una prossima riunione all’aperto nel prato all’ oratorio. Dopo tanto ci incontreremo, tutti avremo qualcosa di nuovo da proporre da dire fiduciosi che in qualche modo si possa ancora dare una mano a chi ce la chiede.

Importanza dell’oratorio

Una riflessione sull’ importanza dell’oratorio…

Gli oratori sono quel “pezzo” di Chiesa e di Regno che si fa segno premuroso e attento della cura educativa di Dio Padre verso tutti i suoi figli. La pandemia, purtroppo o per fortuna, è un forte acceleratore di processi e ci spinge, forse per la voglia di uscirne, a proiettarci verso il futuro.

Proviamo a fare questo stesso esercizio: come lo immaginiamo, in un futuro, speriamo non troppo lontano, il nostro oratorio? Desideriamo viverlo e farlo vivere facendo le
stesse “cose di prima” oppure, cogliendo l’invito del Papa, scegliamo di essere creativi?

La pandemia ci sta insegnando che ciò che conta non sono le molte attività che facciamo, quanto la qualità delle relazioni che coltiviamo. Ci sta mostrando che l’educazione e l’istruzione sono fondamentali, prima ancora dei beni che possediamo. Ci sta mostrando che dalle situazioni complesse non si esce da soli ma insieme. Ci sta mostrando che non tutti, purtroppo, hanno le stesse possibilità. Ci sta mostrando che non esiste solo una vita proiettata all’esterno che talvolta si esprime con un attivismo convulso, ma ci sta portando a coltivare la nostra interiorità.

Facciamo sì, allora, che da questa crisi il nostro Oratorio esca sempre più come luogo di relazione, di educazione e formazione, di corresponsabilità e di comunità educante, di lotta alle disuguaglianze, di cura della nostra interiorità e della nostra fede. L’Oratorio non faccia le stesse cose di prima, o meglio, riprogetti la sua missione e la sua azione educativa cercando di cogliere le opportunità che si stanno palesando e cerchi di rispondere a quei bisogni che ci siamo accorti essere parte essenziale della nostra vita di donne e di uomini secondo il vangelo.

Ricordiamoci di cosa ci ha detto Papa Francesco: “…peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla.