Domenica 23 Maggio 2021
Un mistero di vita
Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli ( Matteo 28,19)
La Trinità, certo, è un mistero. Ma un mistero non è una porta chiusa, contro la quale si va a sbattere: né una zona di buio completo, in cui non si riesce ad intravedere proprio nulla. E nemmeno una realtà assurda, che appare possibile solo a coloro che si abbandonano ciecamente alla fede.
Un mistero è piuttosto come un iceberg: quello che emerge dall’acqua è solo una piccola parte, il resto non può essere visto a occhio nudo. Così è il mistero della Trinità: una realtà troppo bella, troppo grande, troppo profonda da poter essere compiutamente abbracciata dalla mente e dal cuore dell’uomo. Il che non vuol dire, tuttavia, che di questa realtà non si riesca a percepire nulla. Al contrario!
Gesù è venuto proprio a rivelare il Padre, a manifestare il suo amore e la sua misericordia.
Quante volte nella sua vita, davanti a parole e gesti che venivano rifiutati, talora con rabbia, Gesù ha rivendicato il modo di fare del Padre, ha presentato il progetto del Padre. L’unica preghiera che ha lasciato a noi, suoi discepoli, non è proprio una preghiera rivolta al Padre? E non è proprio lui, Gesù, che ci invita così a chiamare Dio non con un nome del tutto traducibile in ogni lingua? Ed è sempre Gesù che ci rivela lo Spirito, lui che lo dona alla Chiesa nascente come un soffio di vita, che la anima dall’interno e la sostiene nella sua missione. È Lui che ci fa riconoscere nello Spirito colui che ci guida alla verità tutta intera, colui che ci consola e difende, colui che ci sostiene nella prova. In lui, Gesù, noi non riconosciamo solo i tratti di un uomo buono, di un maestro eccezionale, di un profeta coraggioso: Gesù di Nazaret per
noi è il Figlio di Dio, Dio come il Padre.
Il mistero della Trinità, dunque non è affatto un mistero del tutto oscuro, altrimenti tutta la storia della salvezza sarebbe stata vana, inutile. Al contrario, Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo, è venuto incontro agli uomini proprio per rivelare se stesso e per cercare di instaurare con loro una relazione duratura di amore, un’alleanza eterna.
Infine, questo mistero è un mistero da vivere. Fa parte della nostra esistenza di credenti. Perché la vita di Dio scorre nelle nostre vene. Perché noi siamo una immagine della bellezza di Dio.Perché noi entriamo in comunione con lui.
E Dio è Trinità. Non solitudine inaccessibile. Non giustizia terribile. Non perfezione sdegnosa della nostra fragilità. Ma relazione d’amore che si comunica, che si dona, che offre salvezza.
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