13 Marzo 2022 – La visione e l’ascolto
Mentre pregava il suo volto cambiò d’aspetto (Luca 9,29)
Gesù ha già annunciato la sofferenza terribile che dovrà affrontare, quando contro di lui si scatenerà la cattiveria e la violenza degli uomini.
Nel brano evangelico c’è una manifestazione, dunque, che costituisce un chiaro anticipo della Pasqua, di quella gloria a cui Gesù giungerà dopo aver attraversato la prova della passione e della morte.
Quando il volto di Cristo apparirà sfigurato dal dolore, coperto di sangue, attraversato dagli spasimi dell’agonia, i discepoli non dovranno lasciarsi abbattere: il Crocifisso, infatti, non è il perdente, lo sconfitto.
Quella gloria è il destino di ogni discepolo a seguire Gesù per amore e percorre la sua stessa strada, si lascia “sfigurare” e “colpire” per essere “trasfigurato” e “conoscere” la gioia e la pienezza di Dio.
Ma com’è possibile non venir meno in si mili circostanze? Se la “visione” dura per un istante, la parola di Gesù li accompagna sempre. E’ a quella Parola – come invita la voce che esce dalla nube – che i discepoli dovranno fare riferimento per affrontare vittoriosi la lotta che li attende.
E’ una Parola capace di destare la fiducia, una Parola che genera speranza per guardare oltre alle sofferenze del momento presente, una Parola che tiene desto l’amore, un amore pronto a sacrificarsi senza chiedere garanzie e reti di protezione, un amore disposto a perdere la vita per ritrovarla totalmente cambiata dalla bontà di Dio.
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