Domenica 16 Maggio 2021

Inviati in missione

Giotto, Ascensione

“Imporranno le mani ai malati e questi guariranno” (Marco 16,18)

Forse alcuni discepoli si attendevano di poter protrarre oltre ogni limite quei 40 giorni…In quella stanza del Cenacolo, a cui li legava la memoria di quell’Ultima Cena, Gesù era apparso loro e avevano provato una grande gioia. Ora la comunione con lui era ristabilita. Ora che lo avevano incontrato i loro dubbi cominciavano un po’ alla volta a scomparire e a lasciare il posto alla fiducia e alla speranza. Che bello stare di nuovo con lui! Che bello ritrovare la comunione di un tempo, prima degli eventi drammatici della sua passione e morte! Ma Gesù non permette ai suoi di coltivare a lungo questa illusione. Gesù li invia in missione: chiede loro di mettersi per strada per raggiungere ogni uomo e ogni donna, di ogni razza e cultura e portar loro la buona novella.
Nessun gruppo molto caldo e molto chiuso… non è questa la Chiesa che Gesù desidera. Nessun nido accogliente che rappresenta una sorta di guscio sicuro.
Ai suoi Gesù chiede di affrontare il mare aperto, le tempeste della storia, di disperdersi dopo aver vissuto quegli straordinari 40 giorni. Perché? Perché hanno tra le mani un “Vangelo”. Si tratta proprio di una “buona notizia”. Nulla di già sentito, ma qualcosa di veramente nuovo, che può cambiare la vita, trasfigurare l’esistenza, aprire i cuori alla speranza e alla gioia. Inedito come l’amore di Dio, la sua misericordia, quello che egli ha fatto in Cristo Gesù.
Ma non si tratta di una missione impossibile per i discepoli di ogni tempo? Prima o poi soccomberanno…dove troveranno le energie e le risorse indispensabili per far fronte a un simile impegno? Si tratta di povera gente. E poi non hanno mezzi a disposizione. Proprio qui sta il significato dell’Ascensione. Ora il Risorto li accompagna, li accompagna tutti con la sua presenza. E a quelli che credono, egli offre dei segni inconfutabili, segni chiari della sua azione in mezzo a loro. Le forze del male non potranno nulla contro di loro. Anzi, quando ingaggeranno una lotta contro di esse, ne usciranno vittoriosi. Perché? Perché l’amore vince ogni male, ogni cattiveria, ogni astuzia. Proprio come è
accaduto a Gesù.
Riusciranno a parlare lingue nuove: la lingua della fraternità e della giustizia, la lingua della misericordia e del perdono, la lingua della consolazione e della solidarietà. Lingue che ogni creatura capisce, lingue veramente internazionali.
E poi? Saranno in grado di affrontare anche le situazioni più complicate e difficili con serenità e saggezza.
Non ci sarà veleno che potrà fermarli, perché portano sulle cose e sulle persone lo sguardo limpido di Dio, la sua compassione verso l’umanità. Così i loro gesti produrranno guarigione nei malati, che verranno trasfigurati nel corpo e nell’anima.
Se le cose stanno così, la missione non è destinata a fallire. In cammino, dunque!

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