11 Giugno 2023 – Mangiare e bere

Il pane che io darò è la mia carne (Gv 6,51)

 

Che la Parola di Dio abbia ritrovato il posto che le competeva nella liturgia e nell’esistenza cristiana è senz’altro un vantaggio indispensabile. Ma questa Parola – non dobbiamo dimenticarlo – è una Parola “fatta carne”, diventata un uomo, non condannata a restare voce o scritto.

Ecco perché la Parola non basta per accedere a una relazione autentica con Dio. Ed ecco perché essa passa attraverso la “carne” ed il “sangue” di Cristo, attraverso di lui, mediante il gesto semplice del mangiare e dl bere.

Mangiare e bere sono azioni primordiali che hanno a che fare con la nutrizione, gesti che non hanno bisogno di grandi discorsi perché si impongono immediatamente. Rispondono alla nostra fame e alla nostra sete, portano alla nostra esistenza energie vitali, trasmettono forza.

La “carne” ed il “sangue” di Cristo, certo, non sono un cibo ed una bevanda qualsiasi: attraverso di essi noi entriamo nel vivo di una comunione profonda.
Basta solo accogliere il dono, un dono prezioso. Basta accettare di lasciarsi trasformare: perché questo cibo non diventa qualcosa di noi, ma ci avvicina a lui, ci fa assomigliare a lui. Basta assecondare la forza e la vitalità che ci vengono da questo nutrimento.

In una civiltà in cui troppo spesso si avverte il bisogno di esprimersi e di esibirsi, di dire la propria parola per essere certi di esserci, qui quello che conta veramente è partecipare, tendere la mano per ricevere il dono riconoscerlo e accoglierlo, mangiare e bere.
In una società in cui ognuno cerca i segni della distinzione, per distanziarsi dalla massa, per mostrare la propria qualità superiore, si viene invitati ad una mensa in cui si è tutti figli dello stesso Padre, tutti poveri nutriti alla sua tavola, tutti fratelli perché partecipi della stessa dignità.

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