Per la pace e la fine del covid: il miracolo di stare con Dio

Proponiamo questo articolo di Riccardo Maccioni, pubblicato il 29 marzo 2022 sul quotidiano Avvenire, che alla luce dei gravi problemi che ci stanno affliggendo propone una riflessione sulla preghiera, la sua efficacia, l’atteggiamento che è necessario assumere.

“L’invocazione, non come richiesta di un prodigio, ma di una trasformazione dal di dentro, di una vera conversione, per usare un’espressione tipica della Quaresima.

Che in definitiva significa imparare a vedere le cose come le vede il Signore, capire le sue traiettorie e tentare di imitarle.”

 

Lettera per il cammino pasquale del nostro Vescovo Paolo (Terza parte)

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ENERGIE NUOVE NELLA CONDIVISIONE

Ecco infine la via della carità: dare via cose, tempo, denaro… per sollevare il fratello nel bisogno; riconoscere l’iniquità per contrastarla con opere di giustizia; prendersi cura del bene comune.
La Quaresima punta a rendere più leggeri, a liberare da ciò che ostacola la sequela di Gesù. L’ideologia consumista (cf Laudato si’, n. 203-204) ci illude che le cose possano rendere felici; la globalizzazione dell’indifferenza (cf Fratelli tutti, nn. 30-31) ci fa 9 credere che si possa essere felici da soli. L’attenzione ai bisogni dei poveri e l’impegno concreto per un mondo più giusto e pulito ci fanno bene, perché ci aiutano a rientrare in noi stessi (cf Lc 15,17) per ritornare a cercare ciò che ha davvero valore.
Suggerisco, per il tempo di Quaresima, di rinunciare a qualcosa di superfluo e di devolvere il corrispettivo in opere di bene; suggerisco inoltre di dare meno tempo a qualche distrazione (navigazione su internet, giochi, televisione, divertimenti…), impiegandolo per leggere la Laudato si’ e la Fratelli tutti.
Il tempo di Pasqua ci propone di vivere la gioia dell’incontro: anche per questo, però , occorre uscire da stessi, dalla comodità dei propri divani. La relazione è un dono reciproco, che arricchisce enormemente, ma che nasce solo se si va fuori di casa o si apre la propria abitazione agli altri.
In questo periodo ci sono molti appuntamenti parrocchiali e diocesani, e si celebrano quasi ovunque i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Vinciamo la pigrizia e la paura che ci rinchiudono in case blindate e inaccessibili! Andare incontro ai fratelli o ospitarli in casa sarà possibile anche in tempo di pandemia, con le debite precauzioni. Non lasciamoci scoraggiare nel fare il bene (cf 1Ts 3,13).

ALCUNE PROPOSTE DIOCESANE

Nel percorso quaresimale 2022, due proposte intendono sostenere un cammino di qualità per tutti:
• quattro appuntamenti serali su youtube, I mercoledì dell’energia: dal 9 al 30 marzo, alle ore 21.00, incontriamo quattro esperti per riflettere sulla stanchezza, sulla ripartenza ecclesiale, sulla ripartenza sociale e sulla ripartenza educativa;
• le iniziative della Quaresima di carità, sussidiate dall’Ufficio missionario e volte a sostenere i nostri missionari e le loro opere. Nel tempo di Pasqua altre proposte arriveranno a sostenere il cammino.

ENERGIE NUOVE PER COSA?

Abbiamo – oggi più mai – bisogno di energia, non solo perché si deve far ripartire la vita delle comunità, ma perché occorre farlo in modo nuovo. Abbiamo bisogno dello Spirito Santo, donodi Dio che ci guarisce dal narcisismo, dal vittimismo e dal pessimismo. Ci guarisce dallo specchio, dalle lamentele e dal buio. Perché peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi (cf Francesco, Omelia, 31 maggio 2020).
Papa Francesco, in attuazione del Concilio, ci sollecita incessantemente ad essere Chiesa-in-uscita; le Chiese in Italia si sono impegnate in un cammino sinodale che intende coinvolgere tutto il popolo di Dio; la nostra Diocesi vive, dal Sinodo in poi, in un percorso di riforma che sta passando ora attraverso una diversa presenza sul territorio, che i nuovi consigli pastorali sono chiamati ad interpretare, per guidarne l’attuazione nel proprio contesto; la Settimana sociale di Taranto ha chiesto a tutte le parrocchie di diventare soggetti attivi della conversione ecologica proposta dalla Laudato si’…
L’esperienza di questi due anni ci spinge, inoltre, a investire in una maggiore qualità della vita fraterna delle nostre comunità, in una più convinta collegialità presbiterale e diaconale, in un più serrato protagonismo laicale all’insegna della corresponsabilità… Tutte attività estremamente “energivore”.
Cogliamo dunque l’occasione irripetibile del cammino pasquale di quest’anno per accogliere tutta l’energia rinnovabile di cui abbiamo bisogno, come persone e come comunità, per ripartire con uno slancio che ci renda migliori di come eravamo due anni fa.

CORAGGIO!

Caro fratello, cara sorella, mi piacerebbe che questa breve lettera producesse il medesimo effetto di un’altra missiva, quella recapitata ad Antiochia al termine del primo “Concilio” della Chiesa, celebrato dagli apostoli a Gerusalemme per rispondere ai problemi e ai conflitti dei cristiani di allora: Quando l’ebbero letta, si rallegrarono per l’incoraggiamento che infondeva (At 15, 31). Coraggio, dunque! Il Signore ci offre la possibilità di recuperare in lui energie ed entusiasmo per ripartire, per rinnovarci, accogliere gli stimoli e le sfide del nostro tempo. Non ci lascia soli, ma anche in questo momento complesso ci rimane vicino, per guidare e sostenere il nostro cammino di Chiesa con il suo Santo Spirito, affinché la nostra gioia sia piena (cf Gv 15,11) e tutti abbiano vita in abbondanza (cf Gv 10,10 ).

Paolo Giulietti – Arcivescovo di Lucca (Fine 3a e ultima parte)

Lettera per il cammino pasquale del nostro Vescovo Paolo (Seconda parte)

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ENERGIE NUOVE: COME E DOVE?

Il testo del Prefazio IX del Tempo ordinario indica con chiarezza che è il Signore a donare energia nuova alla sua Chiesa; quella che viene da lui, mediante lo Spirito, è tale perché non si esaurisce e perché tende costantemente a rinnovare. Non può finire, perché è l’afflato della vita stessa di Dio, cioè di un amore che in ogni prova rende più che vincitori (Rm 8,31 ); tutto posso, in colui che mi dà forza (Fil 4,13).
Conduce al nuovo, perché non permette alla sposa di Cristo di invecchiare, rimuovendo le macchie del peccato e le rughe del “si è sempre fatto così” (Ef 5,27). Il percorso pasquale che l’anno liturgico ci propone è precisamente l’ambito in cui ciò può accadere. La ricca simbologia della Veglia della Notte santa, che ne costituisce il nucleo, esprime tale possibilità attraverso alcuni passaggi: dal buio alla luce (liturgia del cero), dalla morte alla vita (immersione/emersione battesimale), dall’ordinario allo straordinario (il cambio delle vesti e l’unzione crismale dei neofiti) dalla mestizia all’esultanza (il canto dell’alleluia dopo settimane di silenzio)…
È la vita nuova battesimale – la vita-di-Dio-in-noi – che riprende vigore, trova nuovi spazi e ci rende capaci di sostenere lo sforzo durevole di ogni prova con l’energia di un amore indefettibile. È l’energia che risplende nei missionari, nei martiri, nei costruttori di pace, nei difensori dei poveri, nei custodi della vita, nei papà e nelle mamme che si consumano per i figli, nei consacrati che vivono per Dio: è l’energia dei santi!

ENERGIE NUOVE NELLA PREGHIERA

La nostra relazione personale e comunitaria con il Signore, nello Spirito, è certamente la fonte principale di questa energia rinnovabile.
Il cammino pasquale la declina in forme diverse:
• l’ascolto “penitente” della Parola e l’austerità celebrativa in Quaresima;
• la lode grata e la celebrazione festosa nel tempo di Pasqua.
In entrambi i periodi, ciò richiede di trovare nella propria giornata un luogo e un tempo per il Signore: ci sono molti strumenti, in internet e in libreria, per supportare tali momenti. L’importante è permettere a Dio di parlare al cuore, con un ascolto silenzioso e un’espressione lieta.
Suggerisco la lettura meditata dei brani della Liturgia della Parola del giorno, la recita di Lodi e Vespri e, per chi riesce a passare di chiesa, un piccolo, ma costante, tempo di adorazione eucaristica. Sul versante comunitario, si tratta invece di partecipare attivamente all’azione liturgica.
Ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun’altra azione della Chiesa ne uguaglia l’efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado (SC.7). Mi sento di raccomandare di non viverla mai da spettatori (come accade quando si segue la Messa in televisione) bensì da “attori”: arrivare puntuali, cantare con gli altri, pronunciare bene le risposte, prestare attenzione a ciò che viene detto e fatto, assumere i giusti atteggiamenti del corpo, restare in silenzio quando si deve… Se la liturgia è “azione”, ci trasmette l’energia di Dio se ad essa si prende parte, non se la si guarda!

ENERGIE NUOVE NELLA CONVERSIONE

L’energia rinnovabile di Dio ci può riempire se trova spazio adeguato. È quindi necessario fare un po’ di vuoto, riconoscendo ciò che ci impedisce di aprirci all’azione di Dio e che si chiama “peccato”. Evidentemente, chi non è disposto a cambiare idea, abitudini, modi di fare… non può attendersi nulla; anche chi rifiuta di entrare in relazione con l’altro non può aspettarsi di ospitare l’Altro.
Nel tempo di Quaresima, dunque, si fa spazio all’energia di Dio se, con sincerità, riconosciamo quando e dove l’illusione dell’autosufficienza ci ha allontanati da lui: decidere da sé il bene e il male; condurre la propria vita senza alcun riferimento al Vangelo; cercare di tutto, eccetto il Regno di Dio e la sua giustizia (Mt. 6,33).
È il tempo opportuno per fare un serio esame di coscienza, accostarsi alsacramento del perdono, decidersi per uno stile di vita più sobrio e solidale.
Nel tempo di Pasqua, l’energia rinnovabile dello Spirito ci giunge mediante la gioiosa fraternità con la comunità dei fratelli. Ecco, come è bello e come è dolce che i fratelli vivano insieme. Perché là il Signore manda la benedizione e la vita per sempre(Sal 133,1.3).
Vinciamo le paure e le chiusure, per ritrovarci lietamente insieme! Qualsiasi condizione si debba rispettare, non lasciamoci mancare la comunità. Volesse il Signore che si possa vivere una Pasqua “smascherata”! Se così non fosse, però, riconosciamo sempre che è tra i fratelli che egli ci attende per rinnovare in noi la gioia di essere suoi e di essere rinfrancati dalla sua energia nuova.
Perché non provare a coinvolgersi in qualche iniziativa? In molte comunità parrocchiali vengono proposti momenti di confronto legati al cammino sinodale: condividere gioie e fatiche del vivere nella Chiesa è una salutare opportunità di conversione alla fraternità.

Paolo Giulietti – Arcivescovo di Lucca (Fine 2a parte)

Lettera per il cammino pasquale del nostro Vescovo Paolo

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Caro fratello, cara sorella,
ancora una volta abbiamo dinanzi giorni straordinari: i quaranta della Quaresima e i cinquanta del Tempo pasquale, con la Grande Settimana al centro; un cammino di oltre tre mesi (95 giorni, per la precisione), che inizia con le spente Ceneri e finisce col fuoco della Pentecoste. È un dono che il Signore ci fa ogni anno, affinché riprendiamo energia per il cammino personale e comunitario: l’azione purificatrice e creatrice dello Spirito, infatti, può far sorgere persino dalle ceneri un fuoco divampante, capace di diffondere ovunque il suo calore. Se sarete quello che dovete essere metterete fuoco in tutto il mondo!
(S. Caterina da Siena)

ABBIAMO PROPRIO LE PILE SCARICHE

Questa volta, peraltro, arriviamo all’appuntamento pasquale con il carico di una particolare stanchezza e di un certo scoraggiamento, oltre al peso dei problemi quotidiani e delle “ordinarie” sofferenze.
Sono passati ormai due anni da quando la vita delle persone, delle famiglie, delle imprese, delle scuole e delle comunità è stata colpita dalle restrizioni necessarie a contenere il contagio della pandemia. Questa situazione ha portato conseguenze inimmaginabili, alcune delle quali avranno purtroppo effetti di lunga durata. Le più rilevanti sono senza dubbio quelle spirituali: le ferite interiori, sebbene invisibili, risultano determinanti per tutto l’agire umano, poiché influenzano le relazioni di ogni tipo e le decisioni personali e collettive. Questo tempo di pandemia ha accresciuto in tutto il mondo il senso di smarrimento. Dopo una prima fase di reazione, in cui ci siamo sentiti solidali sulla stessa barca, si è diffusa la tentazione del “si salvi chi può.” (Francesco, Omelia, 31 dicembre 2021)
La crisi di fiducia nel futuro, negli altri, nelle istituzioni, in sé stessi – ha determinato la perdita di tanti punti di riferimento e rappresenta una seria ipoteca su ogni dimensione dell’attesa “ripartenza”. Continua a leggere

Comunicazione dei volontari del Centro di Ascolto Caritas della nostra Parrocchia

L’anno da poco trascorso è stato per tutti carico di sofferenze poiché la pandemia ha continuato a sconvolgere le relazioni sociali di ognuno di noi oltre a provocare enormi difficoltà di carattere sanitario ed economico.
Di nuovo abbiamo sperimentato l’isolamento, l’impotenza, l a fragilità delle nostre certezze. Ma in tutto questo una luce è rimasta accesa, quella della fraternità, del desiderio di farsi vicini a chi è più debole. Questa è stata la nostra forza: grazie al sostegno della Comunità di S. Anna abbiamo potuto offrire alle sempre più numerose famiglie che si sono rivolte a noi, oltre all’ascolto costante dei bisogni e degli stati d’animo, anche un aiuto concreto per far fronte a povertà vecchie e nuove.
Le famiglie seguite dal nostro Centro di Ascolto sono state circa 200, in prevalenza numerose, con bambini e ragazzi; ogni due settimane sono stati distribuiti pacchi viveri a 125/140 famiglie. Gli aiuti dati riguardano le necessità primarie (viveri, farmaci, bombole, utenze..) ma anche supporti per l’inclusione e l’emancipazione (corsi di formazione, progetti culturali , sostegno scolastico..).
Non sarà facile riuscire a ringraziare tutti e ci perdonerete se qualcuno ci sfugge perché è stato davvero continuo l’interessamento e la silenziosa partecipazione al nostro operare per i fratelli in difficoltà. Grazie dunque di cuore a tutti per gli aiuti ricevuti nel corso del 2021, in particolare:
• dai bambini della Scuola Materna “G. Rodari” di S. Anna che insieme ai genitori e al personale docente e non docente hanno raccolto e donato alimenti per la distribuzione alle famiglie in difficoltà
• da coloro che hanno lasciato offerte nella cassetta Caritas in chiesa e in farmacia
• da coloro che hanno aderito all’iniziativa delle adozioni temporanee con offerte periodiche o una tantum
• da coloro che in occasione di ricorrenze liete o tristi hanno fatto offerte in denaro o alimenti
• da coloro che hanno portato in chiesa alimenti per la distribuzione alle famiglie
• da coloro che hanno risposto con generosità alle diverse iniziative finalizzate alla raccolta fondi, viveri, materiale scolastico e farmaci
• da coloro che hanno donato mobili, oggetti per la casa e per i bambini, abiti e scarpe.
• dalle aziende e associazioni che hanno regalato panettoni, buoni e pacchi alimentari
• dall’azienda Imagicle che con la sua donazione ci ha permesso di sostenere la didattica digitale per alcuni studenti in difficoltà
• dalla pizzeria “Mary Frank “ che ha offerto la pizza a 43 persone segnalate da noi
• dalla Farmacia Maffei che, oltre alla consueta collaborazione, ha condiviso con noi le spese per i farmaci anche nel secondo anno della pandemia
• dall’Associazione “ La Finestra” che ci ha supportato periodicamente con le sue offerte.

L’inizio di questo nuovo anno si presenta ancora molto difficoltoso e per questo speriamo che non si allenti la vostra fraterna solidarietà in modo da poter far fronte ancora alle necessità delle famiglie che contano sul nostro aiuto. Grazie ancora!
IBAN Caritas S.Anna: IT 44P0306913726100000012491

 

Resoconto dell’anno 2021

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Si desidera di morire quando ci si sente soli

Proponiamo un articolo di Mario Melazzini, medico e manager sanitario, da anni malato di SLA, pubblicato sul quotidiano Avvenire sabato 5 febbraio e nel quale dice la sua sul tema eutanasia, proponendo una riflessione sul valore dell’esistenza.

Custodire la vita

Continuiamo la riflessione sulla 44a Giornata per la Vita con un articolo dell’ex magistrato e giurista Giuseppe Anzani, pubblicato sul quotidiano Avvenire sabato 5 febbraio e del quale seguono alcune frasi.

Così preziosa, così fragile. Così bella, così insidiata la vita. (…) La vita, il corpo, il nostro corpo fatto di centomila miliardi di cellule, bellezza di vita tra le infinite iridescenze della vita che ferve nel cosmo in mille forme, è un tempio; un respiro lo abita, un pensiero, un’autocoscienza, una libertà. Il bios si trascende nel mistero dello spirito.

L’homo sapiens non è solo un bio-uomo, è un soffio di Dio. Bellezza insidiata, la vita. (…) A dar morte non ci sono solo le catastrofi e i morbi: anche il sapiens ne ha inventate di suo mille versioni, armi guerre e devastazione dell’ambiente; e oppressione dei poveri, e tra i più poveri la pandemia abortiva con la quale convive in accecata rassegnazione, o fors’ anche promozione.

Come amare la vita, come salvarla? In favore della vita si muove un volontariato generoso, dai molti profili. Alcuni scrivono sulla loro bandiera “rispettare” la vita, altri “difendere” la vita, altri “proteggere” la vita.(…)

Ma c’è ancora una parola che tutte sormonta, ed è “custodire”. Custodire dice essenzialmente un cuore innamorato di ciò che tien caro.(…)

Se le proiettiamo sulla vita, subito appare la radicale peculiarità “umana” del custodire, quale vocazione originaria. Si legge nel Libro sacro che Dio pose l’uomo nell’Eden «perché lo coltivasse e lo custodisse». Si legge ancora che il primo delitto contro la vita si legò al rinnegamento d’esser “custode” del proprio fratello. E se trascorriamo attraverso i millenni fino a noi, contando le vite sfregiate non solo dall’odio ma dall’incuria e dallo scarto o dal rifiuto di esserne custodi, fino all’ecatombe di aborti nel mondo di oggi, vediamo quanto tragicamente persista la disumana deriva di una vocazione infranta.

Oggi (…)la custodia del creato deve diventare cultura, insediarsi nella coscienza. Farsi mente e cuore, e abitudine interiore, consapevolezza che la dignità di ogni cosa creata e in specie della vita umana si riconduce al dono del Creatore dell’universo, ha origine da quel Grembo d’amore.(…)

Custodire, dunque, non è semplicemente un’azione, un lavoro: è una radice del pensiero che germoglia e fiorisce nell’anima, prima di dar frutto nei gesti e nel costume. Il suo contrario è lo scarto, cioè la distruzione, la sconfitta della speranza. Custodire è invece anche una festa, una pace, un conforto, un canto di lode.

Se la mentalità non si fa utero non si vince la denatalità

Continuiamo la riflessione sulla 44a Giornata per la Vita con un articolo dello psicologo e psicoterapeuta Rocco Quaglia, pubblicato su La Nuova Bussola in data

Invitiamo anche a leggere l’ intervista al nostro Arcivescovo Paolo Giulietti   pubblicata sul quotidiano Avvenire dello scorso 5 febbraio.

L’Italia è da anni in declino demografico, e sembra inutile riportare numeri e fare previsioni sul futuro, inutile anche sottolineare quanto questo problema sia stato ignorato a tutti i livelli. Sulle pagine dei giornali dell’«inverno demografico» italiano, evocato ora anche dal Papa si parla quasi solo in occasione dell’annuale Rapporto dell’Istat, accennando ad alcune ripercussioni economiche e a qualche possibile causa come le difficoltà, sempre di natura economica e logistico-organizzativa, delle famiglie. Quando si parla di interventi per migliorare la situazione, ancora una volta, anche gli interventi sembra debbano essere soprattutto di natura economica. Ma nessun provvedimento è utile e risolutore se non si comprendono le cause di un problema. Su questo la psicologia ha qualcosa da dirci?
Il biblico imperativo “Crescete e moltiplicatevi” dice esattamente quello che migliaia di anni dopo la psicologia avrebbe messo in evidenza. Per mettere al mondo un figlio è necessario, prima di ogni cosa, crescere. E la crescita dell’individuo non è soltanto fisica. Esiste uno sviluppo psichico che dovrebbe avvenire insieme con quello fisico, se pur con qualche scarto.
Alla capacità del corpo di generare dovrebbe corrispondere, a livello mentale, la capacità di pensare, di considerare e, infine, di concepire l’idea di un bambino.
In altri termini, a un certo punto della crescita, dovrebbe svilupparsi nella mente sia della donna sia dell’uomo una sorta di ‘utero psichico’ in cui accogliere e immaginare la presenza di un bambino, alimentandola con fantasie su chi diventerà e su che cosa farà. L’idea di un bambino che non emozioni positivamente è indice di un aborto psichico.
Un bambino può nascere orfano pur se non abbandonato ‘dietro qualche porta’. L’idea di bambino se non si trasforma nell’idea di un figlio vuol altresì dire che ad attendere il nuovo nato, qualora nasca, non ci sono due genitori bensì due individui, una femmina e un maschio. Il problema a monte della diminuzione delle nascite – come anche della questione degli aborti – è una non avvenuta crescita psichica. Continua a leggere

La vita è sacra e inviolabile

In occasione della 44a Giornata per la Vita proponiamo un articolo di Filippo M. Boscia, Presidente Associazione medici cattolici italiani (Amci), pubblicato sul quotidiano Avvenire di venerdì 28 gennaio 2022, del quale ecco alcuni passaggi:

Il suicidio assistito e l’eutanasia con cui mettere fine a una vita non sono la soluzione, nemmeno nei casi disperati di cui tanto si parla da qualche tempo. (…) Giudico tali procedure una sconfitta di ciò che è umano e penso che accettarlo per un medico sarebbe catastrofico. Una simile opzione gli farebbe di continuo pensare al suo lavoro come a un fallimento. Negli ultimi decenni la medicina ha fatto, invece, passi da gigante e molte malattie prima ritenute incurabili oggi sono divenute curabili e guaribili. (…)

È importante valutare l’identità e il valore della vita, riconoscerne il limite che le appartiene e la caratterizza, in modo da tutelare e rispettare la vita stessa nella sua totalità, non consentendo a nessuno di modificarla o mortificarla nel suo dispiegarsi cronologico.(…)

È indispensabile ridisegnare gli ospedali, affinché in essi non si incontrino solo camici e pigiami, ma le persone che vi si rivolgono siano accolte, abbracciate, prese per mano, confortate con passione, curate con terapie a tutto campo, non azzardate e mai accanite, ma sempre rispettose della dignità umana.
Dunque no all’accanimento ma anche all’abbandono terapeutico.(…)

La vera urgenza è l’impegno per la vera applicazione della legge delle cure palliative, E questa battaglia di civiltà, condivisibile da tanti, persino da tutti, dovrebbe essere l’unica sensata priorità.(…)

Umanità, cura, scienza e competenza devono viaggiare insieme, mai disgiunte, per fare della medicina un’arte che coinvolga mente e cuore, congiungendo conoscenza e compassione, professionalità e pietà, competenza ed empatia.

 

Invitiamo inoltre a leggere il messaggio dei Vescovi per la 44a giornata della vita

I Martiri del nostro tempo

Cresce il numero dei cristiani perseguitati nel mondo. Secondo il rapporto “World Watch List” del 2022, presentato alla Camera dei deputati del 19 gennaio scorso, salgono ad oltre 360 milioni nel mondo i cristiani delle varie confessioni che subiscono atti di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede.
Nell’ultimo decennio sono 536 i missionari cattolici uccisi, soprattutto nel continente Asiatico, poi in Africa, in America Latina ma anche in Europa.
Ad esempio, in Francia, secondo i dati del Ministero dell’Interno francese, nel 2021, sono stati 686 gli episodi di violenza contro i cristiani e almeno 450 le chiese profanate.
Il martirio accompagna sempre il cammino della Chiesa di Cristo nella storia.
Ogni cristiano è fatto per essere martire, cioè testimone. Una Chiesa che non si ricordasse dei suoi martiri di ieri e non scoprisse e sostenesse i martiri di oggi, non può rivendicare l’onore di essere la Chiesa di Cristo. Come ha posto in evidenza Papa Francesco “la persecuzione contro i cristiani oggi è addirittura più forte che nei primi secoli della Chiesa, e ci sono più cristiani martiri che in quell’epoca”. Continua a leggere